Tutta colpa di Bach

Ho ricominciato un anno fa. Mi trovavo a Lipsia e ovviamente non ho potuto fare a meno di visitare il BachMuseum della cittadina, dove il Kantor ha passato gran parte della sua vita. Si trova esattamente davanti alla Thomas Kirche dove ha prestato servizio per oltre vent’anni come kappelmeister o giù di lì. Il museo non è gran che. Ci sono un po’ di strumenti del tempo di Bach, molto interessanti a pensare che ci suonavano i Brandeburghesi, un po’ di tavole e poco altro. Molto interessante è però uno stanzino dotato di una serie di postazioni con cuffia dove si possono ascoltare le grandi esecuzioni bachiane registrate nel corso dell’ultimo secolo. Non ci sono nemmeno tutte, ma quelle presenti sono tutte grandiose.

Eravamo sotto Natale, quindi cosa c’è di meglio di passare in rassegna le varie versioni del Weihnachts Oratorium? Una più magnifica dell’altra ma ce n’è una che mi fulmina: Kurt Thomas che nel 1958 dirige la Gewandhausorchester e il Thomanenchor di Lipsia, esattamente nella chiesa di Bach, la Thomas Kirche appunto. Il famoso attacco è incredibile: teso e luminescente. Il poker di solisti in stato di grazia assoluta. Ma di questo parlerò in un prossimo post. Ora per farla breve sul perché ho ricominciato ad ascoltare, cercare e comprare dischi e quindi fare questo blog, bisogna restare nel museo. Bene, mi ascolto tutta la prima parte dell’Oratorio in preda a un’estasi come da anni non mi capitava con una registrazione quindi mi fiondo allo shop del museo confidando che avessero un cd (eh sì) da vendermi.

Il gentile commesso mi dice che no, non ce l’ha. Glielo chiedono tutti ma lui l’ha finito. Poi vista la mia delusione quasi alle lacrime mi bisbiglia il segreto che cambierà la mia vita di ascoltatore casalingo di musica. Mi dice più o meno così: “Guardi che il riversamento su cd fa cagare, se vuole ascoltare questo concerto al massimo della sua bellezza cerchi il disco in vinile”. E mi dà persino un paio di indirizzi a Lipsia dove andare a cercare. Inutile dire che mi ci fiondo e trovo un negozio di vinili usati che è un sogno (Phono Centrum, in Peterssteinweg 3). Praticamente un insieme di negozi: uno è solo per la classica, mentre un altro un po’ più grande è per jazz e pop. Bene, per farla breve non solo trovo il vinile, ma trovo una rara edizione VEB Deutsche (Volk qualcosa, insomma della ex Ddr) che è l’unica integrale con 4 dischi invece di tre ad essere mai stata prodotta. Io con un filo di fiato chiedo: “Quanto costa?” e sto lì per svenire quando il giovane proprietario del negozio mi dice: “14 euro”. Maledizione ero lì a Lipsia con Ryanair e quindi con pochissima possibilità di portare peso in più in aereo. Mi “accontento” e compro solo quel box godendo al pensiero di ascoltare quella meraviglia.

Insomma, sono tornato a casa e ho provato a rimettere in funzione il mio vecchio Thorens 166… e non ci riesco. Funziona solo un canale e per giunta si sente da cani. Per farla breve mi ritorna anche la febbre da alta fedeltà e quindi nel giro di qualche mese (e, per le mie tasche, di un bel po’ di euro) rimetto in piedi un set-up analogico che mi soddisfa. Nel frattempo ho ritirato fuori dalla cantina i miei vinili e mi sono ritrovato a girare per mercatini in cerca di nuovi Lp ristampati ma soprattutto di vecchie incisioni. Senza nessun intento collezionistico, ma solo musicale. Il fatto che poi ora, grazie ad internet sia molto più facile reperire informazioni anche sulle incisioni dell’epoca ha fatto sì che mi sia venuta poi la voglia di condividerle in questo blog, con l’idea che quello che sto scoprendo io possa essere utile anche ad altri. Benvenuti!

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