Addio al Maestro Claudio Abbado

Ci sono tante incisioni stratosferiche per ricordare Claudio Abbado, morto oggi a 80 anni. La Scala, i Wiener, i Berliner e le sue orchestre giovanili. L’aiuto dato a quella del Venezuela, scelta ideologica prima che artistica e per questo spesso contestata, molto spesso ingiustamente per i risultati prodotti. Non c’è molto che io possa aggiungere alle migliaia di righe che si scriveranno sui media per ricordare la sua figura. Così mi limiterò al ricordo personale: Abbado contribuì in modo determinante ad abbattere un mio pregiudizio.Pregiudizio come sempre dettato dall’ignoranza: quello che mi impediva di apprezzare la musica di Verdi. Appena qui sotto c’è il post dove mi sbilancio e propongo un Requiem “del decennio”. Ebbene, la mia avventura con Verdi comincia proprio con la sua Messa e proprio con l’incisione di Claudio Abbado con i Berliner nel 2001 con Alagna, Konstantinov, Barcellona e Gheorghiu. La raffinata espressività della sua direzione mi fece capire che Verdi non era il pa-pa-pa-zum a cui ci avevano obbligato direttori di maglio e poca sensibilità, quanto un compositore di genio assoluto che sapeva coniugare una scrittura eccezionale con la facilità di comunicazione. Sul web si trova anche questo con l’orchestra della Rai e un poker di cantanti stratosferico: Pavarotti, Scotto, Horne e Ghiaurov. Mi sarebbe davvero piaciuto essere là.

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